Franco Giannantoni e Ibio Paolucci – “La bicicletta nella Resistenza”

Ed.Arterigere  pagg.254 – 12 euro

la bicicletta nella resistenza

Fa un effetto strano, oggi, ricordare che c’è stato un tempo della nostra storia recente in cui la bicicletta era il mezzo più veloce e agile per spostarsi e realizzare operazioni di guerra.

La Resistenza urbana, infatti,ha trovato in questo strumento, un valido supporto sia per fughe rapide in città sia per lunghi trasferimenti durante i quali , nascoste nei cesti appesi al manubrio o in parti adattate del telaio,viaggiavano, a seconda dei casi, stampa clandestina e bombe.

I due autori ci descrivono il ruolo sovversivo della bicicletta tratteggiando brevi, ma incisive biografie di partigiani ,venate di affetto, regalandoci,così, pagine commoventi di un passato ancora vivo nelle nostre memorie.

Riprodotti nell’appendice del libro troviamo alcune copie di decreti firmati da prefetti e podestà, in cui si proibisce l’uso della bicicletta o si obbliga i cittadini a denunciarne il possessoEssi ci fanno capire come un mezzo di trasporto così innocuo ai nostri occhi moderni, simbolo della lentezza e di uno stile di vita in armonia con la natura, sia stato percepito, in contesti diversi, come un oggetto temibile e pericoloso.

Un accenno particolarmente rispettoso va a tutte le donne che, impegnate nella Resistenza civile, hanno spinto con forte convinzione sui pedali della propria bicicletta, affrontando la paura e la fatica, concorrendo al successo di molte e significative azioni.

 

Lecco,13 maggio 2013

Paola Schiesaro

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